01—09 APR 2017 RAVENNA RA 01—09 APR '17
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UN CHIEN ANDALOU


      

UN CHIEN ANDALOU

UN CHIEN ANDALOU

1929, Spain, 21'

Regia / Direction: Luis Buñuel

sonorizzazione Luca Maria Baldini

Produzione originale Soundscreen Film Festival

 

Sceneggiatura / Screenplay:  Luis Buñuel, Salvador DalÍ

Interpreti / Cast: Pierre Batcheff, Simone Mareuil

 

Un Chien Andalou non ha trama, nel senso convenzionale della parola. Con una cronologia disarticolata, saltando dall'iniziale "c'era una volta" a "otto anni dopo" senza che eventi o personaggi cambino, il film utilizza la logica del sogno in un flusso narrativo che può essere descritto nei termini dell'allora popolare libera associazione freudiana. Si tratta di un'opera fondamentale del cinema surrealista. 

 

Luis Buñuel Portolés (22 febbraio 1900 - 29 luglio 1983) è stato un regista spagnolo che ha lavorato in Francia, Messico e Spagna. È stato ampiamente considerato da molti critici cinematografici, storici e cineasti come uno dei più grandi ed influenti registi di tutti i tempi. Quando morì il suo necrologio sul New York Times lo definì "un iconoclasta, moralista e rivoluzionario che fu un leader dell'avanguardia surrealista in gioventù e mezzo secolo dopo un regista cinematografico di fama mondiale". 

 

Luca Maria Baldini trova la sua strada nel rapporto tra musica e immagini. Spaziando dall'elettronica al postrock/shoegaze, passando per il minimalismo e il neoclassico, nel suo processo creativo il suono esce dalle immagini, per poi prendere vita propria. I suoi brani diventano colonne sonore senza film, dove ogni ascoltatore ha lo spazio per ricreare un iproprio personale mmaginario visivo. Baldini è nato a Ravenna ma lavora a Milano, compone colonne sonore per film, installazioni e performance. Ha presentato i suoi lavori in gallerie e musei nazionali e internazionali e si è esibito in palcoscenici italiani/europei. 

Per Sound Screen Festival, Luca Maria Baldini sonorizza due pietre miliari del cinema surrealista, Un Chien Andalou di Luis Buñuel e La sorridente signora Beudet di Germaine Dulac, indagandone le connessioni con il nostro presente. Grazie a nuovi paesaggi sonori, il disincanto, il sogno, la follia - temi cari al movimento - si fanno strumenti per evadere i recinti del pensiero contemporaneo e insieme richiamo alle conseguenze post-pandemiche. Se nel capolavoro di Buñuel la colonna sonora dagli echi melodici e elettronici si arricchisce di suoni concreti, in La sorridente signora Beudet, una collezione di frasi anti-femministe estrapolate dal web ci ricorda che la questione di genere è ancora tutta da risolvere.